mercoledì 27 marzo 2013

Un marzo splendido

Letteralmente. Nel senso che il sole splende continuamente. Mentre il resto d'Europa soffre per la perseveranza dell'inverno, in Svezia è tutto tranquillo. Mai visto così tanto sole in questo paese da quando sono qui. Fa freddissimo, intendiamoci, ma chi se ne frega quando splende il sole! Comunque ci vorrà ancora un po' di tempo perché si sciolga tutto il ghiaccio e tutta la neve. Ma siamo sulla buona strada. (Se non rinevica...)


In Ungheria la settimana scorsa una bufera di neve ha bloccato il paese per due giorni. Alla mia famiglia e amici ungheresi, quindi, tocca festeggiare la Pasqua con la neve. Infatti, su Facebook girano molti fotomontaggi scherzosi che prendono spunto da questa situazione insolita. Così, per esempio questo verso pasquale:


Oltre alla traduzione serve anche una spiegazione. Sull'immagine c'è una "poesia da innaffiatura" (locsolóvers). E' una tradizione in alcuni paesi dell'Europa centrale (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) dove il giorno di Pasquetta i maschi fanno un giro di visite alle amiche e parenti femmine, recitando una poesia (spesso scherzosa) e spruzzandole un po' di acqua o profumo. (Vedete una spiegazione più ampia su Wikipedia della versione polacca di questa tradizione, in inglese.) Di queste poesie ce ne sono tantissime, molti le personalizzano, ma hanno in comune il tema dell'arrivo della primavera e la richiesta di permesso per "innaffiare". Un po' come nel gioco del dolcetto-scherzetto di Halloween, i ragazzi dopo aver recitato la poesia e "innaffiato" la fanciulla, ricevono qualcosa in cambio. In questo caso generalmente un uovo di pasqua dipinto e decorato (la decorazione delle uova è un altro elemento importante della tradizione pasquale, in Ungheria come in molti altri paesi europei).

Allora, venendo al punto, la "poesia da innaffiatura" che vedete nell'immagine è una ricomposizione di una delle poesie pasquali più famose, conosciuta da tutti gli ungheresi, piccoli e grandi. Questa versione "invernalizzata" recita (più o meno, traduzione mia): "Camminavo su una discesa innevata, / Ho visto pure una slavina, / Stava per travolgermi, / E' permesso innaffiare?". (L'originale recita: "Camminavo in un bosco verde, / Ho visto una viola blu, / Stava per appassire, / E' permesso innaffiare?") Ovviamente in ungherese entrambi le versioni hanno le rime.

Uova di Pasqua decorate con motivi ungheresi

giovedì 7 marzo 2013

Il terzo inverno

Sono sopravvissuta al mio terzo inverno svedese. Sopravvissuta per modo di dire, perché in realtà l'inverno scandinavo mi piace. Solo non durasse così tanto... Questo inverno è stato (o è stata? di questa regola non sono mai sicura...) una buona sintesi dei due precedenti. Due anni fa molto freddo, l'anno scorso abbastanza mite, quest'anno nella media. Anche quest'anno la neve è riuscita spesso ad affascinarmi e ha offerto delle immagini incantevoli.


L'alba e il tramonto sono sempre bellissimi (quando si vedono... perché spesso il cielo è coperto).


La nostra macchina non so se ha apprezzato, ma per fortuna da dicembre "dorme" in garage. Questa foto è stata scattata a inizio novembre dopo una notte fredda:



Gli alberi colmi di neve sono sempre uno spettacolo:


Lo sono anche al buio:


Il paesaggio offerto da un viaggio in treno a volte è incantevole:


E siamo tuttora affezionati alle papere che eroicamente resistono all'inverno sul fiume di fronte a casa nostra



Chiudo con una foto della stradina che porta al parcheggio del campus che faccio due volte (quasi) ogni giorno a piedi.

(Beh, stradina per modo di dire... Ma credetemi che in termini svedesi lo è.)