mercoledì 8 dicembre 2010

Gli esami universitari in Svezia

Ora che ho un minimo di esperienza di esami universitari in Svezia, posso raccontare un pochino. Per mia fortuna, ho potuto sperimentare il sistema da entrambi i lati: sia come studente che come insegnante. E devo dire che ho scoperto molto di più grazie al primo. Premetto che quel che dico vale per l'università di Örebro, ma sospetto (e sento dire) che il sistema sia lo stesso anche nelle altre università svedesi.

Come avevo già menzionato in un post precedente, qui tutti gli esami sono scritti. Personalmente non sono molto favorevole a questo sistema, specialmente a giurisprudenza, dove le abilità retoriche sono importanti. Per quanto ho capito, siccome qui gli studenti hanno il sacrosanto diritto di contestare il risultato dell'esame, ciò sarebbe molto più difficile nel caso di un esame orale, e poi lo scritto è anche una forma di autotutela da parte degli insegnanti che in questo modo riescono a difendere e giustificare meglio la loro posizione (cioè il voto). Io però credo che l'esame orale, nonostante apparentemente più soggettivo, in realtà sia un metodo più efficiente di valutare il grado di preparazione dello studente. Lascia molto meno spazio a fraintendimenti e permette all'esaminatore di verificare se lo studente capisce quel che dice o  solo l'ha imparato a memoria. Semmai può avere un senso combinare i due metodi, perché certamente la scrittura è importante, ma avere soltanto esami scritti a giurisprudenza mi sembra pura follia. Comunque per fortuna i seminari offrono spazio per valutare le abilità orali degli studenti, dato che qui  non sono tanti (circa 150 iscritti all'anno a giurisprudenza), e questo compensa un po' l'assenza di esami orali.

Nel caso del corso di lingua svedese, alla fine del quale ho potuto dare un esame da studente, prima dello scritto c'è stata anche un "oral presentation", ma non so questo in che misura abbia influenzato il voto finale. Credo che il voto finale sia fondato solo sullo scritto, e all'orale bastava la sufficienza per poter poi fare lo scritto. Ma la cosa interessante da raccontare è l'organizzazione degli esami scritti. Al campus esistono delle aule apposite per gli esami, le c.d. sale di scrittura o skrivsalar, nelle quali i banchi sono tutti singoli (vale a dire per una sola persona), messi in fila precisa, come vedete anche nella foto sopra. In una sala si svolgono più esami contemporaneamente, anzi è proprio una regola che in ogni fila ci sono studenti provenienti da facoltà diverse. Infatti, quando sono arrivata in aula, un po' all'ultimo, mi sono seduta all'unico posto che era ancora libero, e solo quando ci hanno distribuito i fogli mi sono resa conto di trovarmi nella fila sbagliata. Erano domande di biologia! (Infatti, mi sembrava strano che fossimo in cinquanta a dare l'esame di svedese...)

Ma ci sono state anche altre cose che mi hanno colpito. Davanti a ogni sala di scrittura c'è un'anticamera dove ognuno deve lasciare la giacca e la borsa, e da qui si accede a un bagno, così che gli studenti non debbano  (e non possano) allontanarsi se devono fare i loro bisogni, cosa che può facilmente capitare, dato che l'esame dura sempre cinque ore. E non pensate che duri cinque ore perché ci sono così tante domande a cui rispondere o così tanti compiti da risolvere, ma è di nuovo la conseguenza dei diritti sacrosanti dello studente. Io dopo un'ora avevo già finito, e non sono stata neanche la prima a consegnare. Poi, a sorvegliare lo scritto non sono dei professori, e neanche dei dottorandi, ma semplice personale amministrativo. Quindi non c'è nessuno a cui chiedere un eventuale chiarimento su una domanda.

Per quanto riguarda i voti: dipende dal corso di laurea. In ogni caso sono massimo tre (oltre a quello dell'insufficienza). Quindi generalmente: G (che sta per "buono) e VG (che sta per "ottimo"). A voi italiani non lo devo dire che è un sistema di voti estremamente limitante che non permette la giusta differenziazione tra gli studenti, la cui preparazione è molto più variegata di due semplici gradi.
Devo dire che per me pure il sistema italiano era sembrato strano all'inizio, nel senso opposto. Trenta voti mi sembravano troppi, ma poi mi ci sono abituata (anche perché alla fine in realtà sono solo tredici, dal 18 in su, quattordici se consideriamo anche il trenta e lode). So che sono trenta perché in teoria una commissione di esame dovrebbe essere composto di tre membri e ognuno di loro può dare fino a dieci punti. (il voto usato nelle scuole inferiori). E alla fine mi sono trovata bene con il sistema italiano. Ho dato pure tanti ventinove, ed è un voto che difendo sempre, non accettando la teoria che ne fa una questione di principio, dicendo che dare un ventinove è brutto.

In Ungheria i voti invece sono solo quattro (1 è insufficiente, e poi da 2 a 5), questo dagli elementari fino all'università. Quindi, vedete, in Italia ho dovuto imparare a fare più differenziazione, qui invece mi devo limitare ancora di più che in Ungheria... Anche se nel caso di uno scritto il voto è il risultato di un calcolo matematico, più che di una valutazione complessiva. Infatti, siccome non ho avuto ancora un corso tutto mio in questo primo semestre passato a Örebro, ho soltanto dato due domande al titolare del corso in cui avevo fatto diverse lezioni e ho corretto le risposte (di 45 studenti).

Insomma, per ora ecco tutto. Magari alla fine dell'anno accademico potrò fare valutazioni più accurate...

10 commenti:

R00b ha detto...

Grazie grazie e grazie per questo utilissimo post!
Sono interessatissimo a sapere informazioni (pratiche) sull'università svedese, quindi... ancora... grazie!

Antonio ha detto...

Quando ho fatto le scuole elementari e medie in Italia i voti andavano dall'1 al 5 come in un Ungheria oppure dalla A alle E stile anglosassone. Dipendeva però da cosa decideva la scuola.
La valutazione dall'1 al 30 mi sembra molto più bella che non G o GV... Troppa poca differenziazione come scrivi anche tu nel post...

Morgaine le Fée ha detto...

Adesso non so che differenza di eta ci sia tra me e Antonio, e dove abbia fatto le scuole lui, ma ai miei tempi (ho 37 anni) sia alle medie che alle elementari noi avevamo invece i giudizi (insufficiente, sufficiente, discreto, buono, ottimo, con alcune sfumature). nelle pagelle sia delle medie che delle elementari c'era inoltre un giudizio dettagliato per quadrimestre da parte di ogni insegnante. passando alle superiori, i voti sono diventati da 1 a 10 (in pratica da 4 a 8) dove il 10 é il migliore. All'universitá un altro sistema, quello che anche tu riporti dall' 1 al 30, che poi in voto di laurea diventa in 110mi, ahah.
Un po' di variazione nella vita ci vuole, no?
Comunque preferisco anch'io il sistema di valutazione italiano rispetto allo svedese.

Anonimo ha detto...

Sicuramente l'esame orale fa capire molto sulla preparazione, ma nel caso di molti, credimi... , è un ostacolo. Io perdo molto negli esami orali in università perché il parlare mi mette una agitazione addosso senza pari. E ti assicuro che, date anche ottime conoscenze della materia che dovevo dare, il fatto di darla orale mi ha fatto rendere di meno proprio a causa dell'agitazione. Un test scritto fatto a regola d'arte, con specificità e senza generalizzazioni, può a mio avviso essere ulteriormente valido. Poi io da sempre sostengo che a Lettere, dove io studio, ci vorrebbero moooolti più esami scritti... credimi molte teste qui cadrebbero. Indubbiamente poi ci sono corsi in cui la preparazione orale è necessaria, e allora si dia spazio anche all'arte oratoria!:)

Nadia

gattosolitario ha detto...

Ed hai dimenticato la cosa fondamentale... che tutti devono essere promossi alla fine : )

Kata ha detto...

@Robe: prego! :)

@Antonio e Morgaine: due gradi di voto sono davvero pochi, e non ho ancora capito come fanno a fare differenza tra gli studenti qui. Per esempio le borse di studio fondate sui voti non esistono?!? Suppongo di no.

@Nadia: infatti, credo che una combinazione dei due metodi sia la cosa migliore. Ma avere soltanto esami scritti, a giurisprudenza poi, è davvero poco sano...

@Gattosolitario: di questo non ho ancora esperienza. So che i secondi appelli esistono però. Quindi qualcuno sarà anche bocciato, immagino. Fra gli esami che ho corretto io (anche se solo parzialmente) ci sono stati alcuni che erano decisamente insufficienti.

Antonio ha detto...

@Morgaine: io di anni ne ho 27 quindi ce ne sono 10 di differenza, i primi anni delle elementari c'erano i giudizi, ottimo....insufficiente. Verso la fine delle elementari sono arrivati i numeri, dall' 1 al 5, in pagella però c'era sempre un giudizio dettagliato sul comportamento e altre valutazioni.
Alle medie i voti andavano dalla A alla E, i numeri il secondo anno e ottimo, distinto.... in terzo anno...
Che dire, forse la mia scuola era poco organizzata e non sapeva cosa scegliere :)

Troppo Svedese ha detto...

È matto chi non preferisce il sistema di valutazione italiano rispetto allo svedese. Ma cercate di convincere gli altri di questa nazione, per favore! È impossibile però e allora non fare nulla!

Purtroppo è vero, ma molto, molto raramente, quello che scrive gattosolitario. Ho avuto gli esami del genere solo quando ho fatto i cosidetti hemtentor. Un hemtenta è quando devi, per esempio durante una settimana, scrivere qualcosa da consegnare. Dopo la consegna a volte è possibile completare e così essere promosso. Funziona così perché i dipartimenti diversi ricevono i mezzi in correlazione con i crediti ottenuti dagli studenti. Un sistema che proprio chiede ai professori la corruzione. Una vergogna.

Anonimo ha detto...

Veramente a Stoccolma è diverso. Nel senso che i voti vanno dall'A all'E, alla anglosassone (A = Excellent). E' vero che molti vengono promossi per il rotto della cuffia e viene applicato il concetto del lagom. Vale a dire che, nonostante lo sforzo, spesso non si riesce a prendere più di C. La media è C-D. L'A non viene praticamente mai dato e il B è raro.
Oltretutto sono di mani stretta nel caso uno abbia dato un gran bell'esame. Per essere considerati bravi bisogna prendere A. Allora le porte si aprono, nonostante uno non sia svedese.
Alex : )

Giorgio ha detto...

Ottimo articolo, ma quando sono così lunghi gli articoli dovrebbero essere impaginati per essere più leggibili.

Ciao