mercoledì 27 aprile 2011

Ricordi da un centesimo

Tutte le cianfrusaglie, ciarpame
accumulato negli anni,
giacciono sparpagliati
sugli scaffali, e dappertutto.

Una candela, delle perle,
un biscotto spezzato in due,
fermagli, braccialetti
e una collana rotta da tempo.

I miei ricordi da un centesimo mi sono tanto cari,
non ho la forza per buttarli, tutti privi di valore.
I miei ricordi da un centesimo mi sono tanto cari,
lo sanno loro quanto vale la mia vita.

Il fiore finto che da tanti anni ormai
è sbocciato alla giostra,
non ha più né luce, né profumo,
ma custodisce ancora i propri sogni.

La bambola di pezza prende polvere
e giace lì sul tavolo,
la sua anima è già salita in cielo,
ma non riesco a seppellirla.

I miei ricordi da un centesimo mi sono tanto cari,
non ho la forza per buttarli, tutti privi di valore.
I miei ricordi da un centesimo mi sono tanto cari,
lo sanno loro quanto vale la mia vita.

Neanche l'orologio ticchietta più,
il suo cuore fragile si è infranto,
il piccolo specchio, sebbene opacamente,
conserva ancora i volti.

Una vecchia canzone scorre sul nastro,
e ormai i rumori sovrastano le note,
ma ogni tanto, quando la metto,
richiama i tempi passati.

I miei ricordi da un centesimo mi sono tanto cari,
non ho la forza per buttarli, tutti privi di valore.
I miei ricordi da un centesimo mi sono tanto cari,
lo sanno loro quanto vale la mia vita.

[traduzione mia]

E' la traduzione del testo di una canzone ungherese, uscita nell'anno in cui sono nata. Per il testo originale vedete qui.



János Bródy - Filléres emlékeim (1980)

Sono due mesi e mezzo che non torno in Ungheria, e più di un mese che non mi muovo dalla Svezia. Negli anni mi sono accorta che non ce la faccio a stare bene per più di tre mesi distante da casa. Dopo tre mesi sento un forte desiderio di tornare, anche se solo in visita, in Ungheria. Questo era vero pure quando abitavo a Firenze, ed è ancor più vero adesso. Pure a Firenze mi capitava di guardare la cupola del Duomo ma in realtà sognare il Ponte delle Catene.

Adesso la situazione si è solo complicata. Perché la mia nostalgia, e il limite di tre mesi, sarà diretta verso due paesi... Intanto tra dieci giorni torno in Ungheria per qualche giorno. E non vedo l'ora di rivedere i posti  della mia infanzia e della prima parte della mia gioventù, oltre che naturalmente la famiglia e magari alcuni amici. Finché posso tornare spesso sia in Ungheria che in Toscana, mi posso ritenere davvero fortunata. Altrimenti non credo che riuscirei ad avere una vita felice all'estero.

2 commenti:

Nadia ha detto...

Il tuo post di oggi tocca note alquanto pesanti di recente... non ho molto da aggiungere a ciò che hai detto. Comprendo perfettamente.. :(

aurora ha detto...

cara Kata
sono appena tornata dall'ungheria: una terra splendida,che non conoscevo se non dalle parole di mio marito il quale l'ha visitata moltissime volte: la prima 25 anni fa!
e' effettivamente una terra magica con un popolo la cui virtù principale mi è sembrata la Dignnità: cosa rarissima, al giono d'oggi. Ho soggionato a velem, dove mio marito ha degli amici. li abbiamo avuto offerte per fare spettacoli musicali (sia io che mio marito lavoriamo professionalmente mnel campo musicale) Vengo al dunque: conosci questa canzone?Küldök néked egy nápolyi dalt
Mi potresti mandare il testo almeno del ritornello con la sua traduzione? Ti chiedo troppo?
il mio sito è www.auroragiglio.it

grazie