E' un detto ungherese. In realtà generalmente si dice "quante lingue parli tante persone sei" (ahány nyelvet beszélsz, annyi ember vagy), ma in italiano non suona molto bene.
Sono di madrelingua ungherese, ma penso in italiano, lavoro in inglese e sto studiando lo svedese. Anzi, ormai posso dire: sto imparando lo svedese! Il nuovo corso SFI è promettente. Gli insegnanti parlano in svedese tutto il tempo e ci fanno parlare. Uno di loro due, poi, è un ungherese della Transsilvania! Così non perde l'occasione di fare un po' di comparazione con la lingua ungherese ognitanto... :)
Sono di madrelingua ungherese, ma penso in italiano, lavoro in inglese e sto studiando lo svedese. Anzi, ormai posso dire: sto imparando lo svedese! Il nuovo corso SFI è promettente. Gli insegnanti parlano in svedese tutto il tempo e ci fanno parlare. Uno di loro due, poi, è un ungherese della Transsilvania! Così non perde l'occasione di fare un po' di comparazione con la lingua ungherese ognitanto... :)
Ho già scritto un post su come la struttura grammaticale di una lingua influenzi il modo di pensare dell'uomo. Adesso vorrei invece scrivervi di alcune espressioni intraducibili da una lingua all'altra che ugualmente rivelano molto della mentalità e del modo di pensare di un popolo. In svedese per ora ne ho scoperto solo una: il verbo hinna che significa (anche) 'avere tempo per', 'fare in tempo a'. E' interessante che un verbo con questo significato non esiste né in italiano, né in ungherese, né in inglese. Lo trovo simpatico e molto utile!
Posso invece portarvi numerosi esempi italiani, dato che sono quelli che mi causano più problemi quando parlo in un'altra lingua, abituata come sono alle espressioni italiane. Per adesso ve ne racconto due (con alcuni amici ne avevamo già parlato una volta, mi ricordo).
"Mi sono spiegata?"
E' stata la professoressa di filologia ugrofinnica dell'Università di Firenze (con cui avevo collaborato per tradurre gli accordi di collaborazione con l'Università di Budapest, soprattutto per quanto riguarda la parte giuridica) a farmi notare questa espressione che del resto uso anch'io. Non c'è un'altra lingua europea in cui questa domanda si possa porre in questo modo. In tutte le altre lingue devi chiedere: "Hai capito? Did you get it? Érted?". E tra le due domande c'è una bella differenza. "Mi sono spiegata?" esprime umiltà da parte di chi parla, mentre "Hai capito?" porta in sé una certa arroganza. (Lei mi disse che è un'espressione di origine napoletana, se ricordo bene, ma smentitemi se non è vero.)
Secondo me in realtà anche nelle altre lingue ci può essere un modo più umile per chiedere se l'altra persona ha capito quello che volevamo dire. In ungherese per esempio è abbastanza comune la domanda: Világos? Cioè "è chiaro"? Ma non è proprio la stessa umiltà del "mi sono spiegata?".
(Curiosità: in ungherese il verbo 'spiegare', magyarázni, letteralmente significa "ungheresizzare", cioè mettere in ungherese. E questa è la nostra unica e ufficiale parola per dire 'spiegare', 'to explain'.)
"Ti faccio compagnia"
Ecco una cosa che vorrei spesso dire anche agli ungheresi, ma non ci riesco. Mi riferisco alla situazione in cui qualcuno mi invita a pranzo e io, avendo già mangiato, non voglio mangiare, ma faccio volentieri due chiacchere mentre lui o lei consuma il suo pasto. In ungherese devo dire: "vengo volentieri, ma io non mangio". Ma pure se voglio dire: "Faccio un salto al supermercato. Ti va di farmi compagnia?", in ungherese devo dire "Ti va di venire con me?". Non è proprio la stessa cosa, perché con l'espressione italiana rimarchi il fatto che hai voglia di compagnia. So che la differenza è leggera, ma io in queste occasioni mi blocco per un secondo cercando un'espressione che possa esprimere lo stesso concetto, e poi non la trovo e lo dico in un altro modo.
Per un esempio di parola ungherese intraducibile in italiano (élmény), invece, vedete un mio vecchio post sull'altro blog (vedete la "nota del traduttore").
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Il quadro degli Uffizi di oggi
Come promesso, un quadro in appendice al post. Questa volta in realtà vi faccio vedere addirittura due di quadri! L'argomento: i piedi dipinti dal Perugino. Sono spettacolari! A volte accenno ai turisti che possono riconoscere un Perugino da due cose: il colore della pelle e i piedi delle figure.
Pietro Perugino - Madonna con San Giovanni Battista e San Sebastiano (1493)
Chiamata anche "Pala di San Domenico" perché proveniente dalla chiesa domenicana di Fiesole. Guardate i piedi di San Giovanni, la gamba nuda di San Sebastiano e il braccio destro di San Giovanni. Da vicino sono dettagli meravigliosi!
14 commenti:
Complimenti per la conoscenza di queste opere!
Sulle lingue a me piace l'espressione "quante lingue parli tante persone sei", sempre interessante.
Ciao Kata, complimenti per il blog e per la tua padronanza dell'italiano e di tante altre lingue! Molto interessanti i tuoi post linguistici e anche l'articolo del New York Times che avevi citato in ottobre. La lingua ungherese dev'essere molto difficile per un non madrelingua. Se vuoi scriverne ancora lo leggerò volentieri!
Alice
In svedese ci sono espressioni simili. Si dice "Har jag gjort mig tydlig" che assomiglia a "Mi sono spiegata" e per "Ti faccio compagnia?" si dice "Vill du ha sällskap?" È una riflessione interessante che dimostra più umiltà di "Hai capito". In svedese "Har du förstått" (Hai capito) Può dimonstrare disprezzo. Molto comune in svedese è di usare modi impersonali di esprimersi. Invece di "Har jag gjort mig tydlig" o "Har du förstått?" si usa per esempio "Är det tydligt?"
Anche in croato e' popolare il detto, piu' lingue sai meglio stai "koliko jezika znas, toliko vrijedis"
Questi post sono veramente interessanti, e quella dei quadri è una grande idea!
@Gatto: li conosco solo perché sono agli Uffizi. :) Confermi che "mi sono spiegato?" è di origine napoletana?
@Alice: grazie!
@Carin: grazie mille per le traduzioni! Sono sicura che anche nella lingua svedese troverò tante curiosità, solo che per ora sono a un livello troppo elementare... Tydlig però significa "chiaro", vero? Quindi mi sembra più simile all'espressione ungherese. Poi, anche in ungherese dire "hai capito?" (megértetted?) è decisamente offensivo, usando il presente (capisci? érted?) invece non lo è (ovviamente dipende anche dal tono però)...
@Anonimo: in effetti non sono proprio tanto sicura che sia un detto ungherese. Avrà circolato nel bacino dei Carpazi! :)
@Federico: grazie. Mi sto rendendo conto che sono proprio nata per fare l'insegnante. Mi piace diffondere conoscenze! :)
Ho spesso avuto l'impressione che ogni lingua riveli molto della *mentalitá* (espressione da prendere con le pinze) di un determinato popolo. E infatti ogni volta che parlo una lingua diversa mi sembra di essere una persona differente.
E sento un po' la stessa cosa con la musica, credo che certe canzoni non possano essere tradotte in altre lingue.
Sono anche molto grata del fatto che in Svezia non esista il doppiaggio per i film.
Mi piace l'inserto sull'arte che hai messo. Disegnare la figura umana é uno dei problemi piú difficili nel disegno, e mani e piedi sono il culmine. Sono alle prese proprio ultimamente con la raffigurazione dell'anatomia della mano, e vedere queste opere classiche (oltre che disegnare dal vivo) é di grande aiuto.
Post interessante sia per le curiosità linguistiche che per l'appendice artistica.
Trovo curioso la traduzione del verbo spiegare in lingua ungherese. Chissà se lo stesso accade anche in altre lingue.
Avrei una curiosità linguistica. Quale espressione si userebbe in ungherese per indicare che qualcuno sta parlando in modo incomprensibile? In italiano ci sono espressioni quali "parlare arabo/ostrogoto/giorgianese".
@Morgaine: mi fa piacere se questo post può avere anche qualche utilità pratica :) Ho scoperto l'altro tuo blog! Che brava!
@SuomItaly: in ungherese si fa riferimento al cinese.
@ Suomitaly: pensa che dove sto io in Svezia si parla proprio lo "Östergötska", cioè l'ostrogoto! E prima di venire qui non sapevo neppure dove stavano di casa, gli ostrogoti!
@ Kata: anche a me piace molto l'iniziativa dell'arte. Ci fai apprezzare l'Italia!
Un bellissimo post. Sono d'accordo con Carin. Abbiamo anche il verbo "att göra sig förstådd" (farsi capito) per il verbo spiegarsi. Puoi anche scrivere sui verbi svedesi "att orka" e "att slippa". Magari sbaglio, ma credo che siano a volte difficili da tradurre.
@Troppo Svedese: non conosco questi due verbi svedesi. Li ho cercati nel dizionario: per 'orka' dà 'potere, farcela', mentre per 'slippa' dice 'non dover fare qualcosa'. Ti sembrano giuste?
Per "orka" direi "aver energia". Chi è stanco, non orkar fare tanto. Chi non è stanco, orkar fare molte cose. Sì, "slippa" vuol dire proprio così.
Complimenti per il blog, è davvero interessante!
Per quanto riguarda il detto ungherese "ahány nyelvet beszélsz, annyi ember vagy" l'avevo sentito tradotto come "sei tante persone quante le lingue che parli", e devo dire che è davvero un bellissimo detto :)
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