mercoledì 13 ottobre 2010

"We trust people"

Premessa: segue un post che prende spunto dalle mie esperienze in Svezia, ma che in realtà va al di là di una riflessione sul popolo svedese.

"We trust people" - fu la risposta della ragazza svedese dall'altra parte del telefono quando le chiesi della caparra. "Non ce n'è bisogno", disse lei, "noi ci fidiamo della gente". E io pensai: "e però, che bel paese!" Io, invece, da diffidente italo-ungherese (e in questo caso nessuna delle due provenienze lasciava sperare), volevo mandare il mio amico a dare un'occhiata alla casa prima di confermare. La storia però vuole che Filippo (il mio amico che già lavorava a Örebro, mentre io ero ancora in Italia) fosse molto impegnato in quel periodo e non trovasse il tempo per passarci. Richiamai dopo circa una settimana per scusarmi e per confermare l'affitto comunque (mi scocciava arrivare in Svezia senza un tetto sopra la testa), quando la ragazza rispose: "L'ho già affittata. Ieri è venuta una persona a vederla e l'ha presa." A dir poco ci sono rimasta male. Dopo un lungo scambio di email, foto e un paio di telefonate mi ero già immaginata in quella casa, in centro città, tutta arredata. Aveva ragione a dare la casa a qualcuno che l'aveva confermata prima, figuriamoci, ma mi avrebbe potuto avvisare prima. Aveva la mia mail e il mio numero di cellulare, quindi non sarebbe stato difficile. A me non sembrava molto corretto così. E poi è stata lei a parlarmi di fiducia, quindi non mi aspettavo che fosse successo una cosa del genere.

Il discorso della fiducia mi è tornato in mente durante le mie lotte con la burocrazia per il personnummer. Senza il personnummer mi sentivo un presunto criminale: non potevo avere il conto corrente in banca, potevo avere la connessione internet solo se pagavo un anno di canone di anticipo, e non potevo neppure noleggiare un dvd da vedere a casa! La situazione è cambiata da quando ho il personnummer. Ho un conto in banca e il router per la connessione internet mi è arrivato a casa senza che io avessi pagato un centesimo...
So che l'atteggiamento della burocrazia non può essere paragonata a un sentimento umano, ma queste esperienze mi hanno fatto riflettere sul concetto di fiducia. E' facile dire "mi fido di te" in un sistema che funziona. Dove sai che le tue azioni e quelle degli altri hanno delle conseguenze su cui puoi contare. Questo non si chiama fiducia. Si chiama sicurezza ed efficienza. La fiducia, invece, è un sentimento profondo che non  saprei definire..

E a voi una canzone che parla di un altro tipo di fiducia ancora. ;)

2 commenti:

Troppo Svedese ha detto...

Posso solo dire che è stata disonesta quella. Proprio brutto!

gattosolitario ha detto...

Appunto, si fidano perché ti possono rintracciare. Altrimenti ovvio che non si fidano, perché anche qui ti fregano appena possibile.