mercoledì 29 agosto 2012

L'Ungheria e le olimpiadi

Ormai è passata la febbre olimpica, ma mi ero decisa e promessa di scrivere un post sul rapporto tra il mio paese e i giochi olimpici, e voglio mantenere la parola. Il post precedente alla fine è riuscito un po' arido in cui più che altro ho riportato delle statistiche. C'è ancora molto da raccontare.

Ci ho pensato per un po' se scrivere questo post o meno. Alla fine l'indirizzo del blog è 'diariosvedese', quindi raccontare dell'Ungheria può essere scorretto nei confronti dei lettori che magari vogliono leggere della Svezia. Mi salva un po' quel "con un cuore ungherese" nel titolo del blog. Uno dei motivi per cui continuo a scrivere in italiano è anche la voglia di raccontare del mio paese, oltre che della Svezia, agli amici italiani. Il contrario (raccontare dell'Italia agli ungheresi) mi attira meno.

Ma adesso volevo continuare a raccontare delle olimpiadi, e cerco di ricordare e raccogliere i miei pensieri di qualche settimana fa, quando seguivo i giochi (in tv). Come ho scritto nel post precedente, a Londra agli ungheresi è andata molto bene, ed è stata una piacevole sorpresa per tutti tornare ai vecchi splendori. L'Ungheria ha vinto 8 medaglie d'oro, arrivando al nono posto nel medagliere. Un risultato davvero ammirevole per un paese così piccolo. E' stata un'olimpiade interessante perché molte di queste medaglie erano inaspettate, mentre altre molto attese non sono arrivate. Così non hanno vinto i ragazzi della pallanuoto, ma sono stati battuti proprio dall'Italia nei quarti di finale. Dopo tre medaglie d'oro vinte di fila a Sydney (2000), Atene (2004) e Pechino (2008) è stata una delusione, ma lo sapevamo tutti che la serie prima o poi doveva finire... Per fortuna anche dopo questa sconfitta hanno mantenuto la loro dignità, e con un bellissimo gioco hanno ottenuto un quinto posto.(E' stato uno di loro, Péter Biros, a portare la bandiera ungherese alla cerimonia di apertura.)

Da index.hu
Sulla foto vedete Márton Szívós con la cuffia no. 8, pallanuotista di terza generazione (sia suo padre che suo nonno erano campioni olimpici di pallanuoto) e Tibor Benedek, ex giocatore della nazionale ungherese che per diversi anni ha giocato in Italia (era il pezzo forte della Pro Recco). Una volta l'ho visto giocare dal vivo a Recco nella finale del campionato italiano nel lontano 2002. (Mamma mia, dieci anni fa...)

Un'altra medaglia mancata è stata quella del nuotatore László Cseh nei 400 metri misto a causa di una tattica sbagliata. Nella batteria gli è capitato il grande avversario, Michael Phelps accanto, e lui l'ha preso come punto di riferimento. E' arrivato secondo, appena 7 centesimi di secondo dopo Phelps. Peccato solo che con quel tempo Phelps si è qualificato per la semifinale all'ottavo posto, quindi Cseh è rimasto fuori... E' riuscito comunque a vincere un bronzo nei 200 metri misto, dietro Phelps e Lochte (che sono stati decisamente antipatici durante la premiazione - peccato che il video non si trova). Sempre nel nuoto Dániel Gyurta invece ha vinto una medaglia d'oro nei 200 metri rana con un record mondiale (2:07,28).

Cseh e Gyurta sul volo per Londra (foto: MTI/Kollányi Péter)
Dietro i ragazzi si vede la nuotatrice Zsuzsanna Jakabos, considerata una delle più belle atleti di queste olimpiadi su diversi siti, che ha gareggiato in 4 specialità, ma non ha vinto medaglie.

La sorpresa più grande e l'atleta ungherese più ammirata di queste olimpiadi è stata forse Éva Risztov che ha vinto l'oro nella maratona del nuoto (10 km). Dopo aver vinto numerose medaglie a mondiali ed europei in diverse specialità, ma nessuna alle olimpiadi, nel 2005, all'età di 20 anni si è ritirata dal nuoto. Ha deciso di ricominciare quasi quattro anni dopo. Siccome il suo oro era inaspettato, alla finale dei 10 km di stile libero non c'era nessun cronista ungherese ad aspettarla per un'intervista.
Le altre medaglie d'oro sono state: una di scherma, una di ginnastica (cavallo), una di atletica (lancio del martello) e tre nel kayak.


Se si guardano i risultati degli ultimi 120 anni, gli ungheresi hanno vinto il maggior numero di medaglie nella scherma (in totale 87), nella canoa/kayak (77) e nel nuoto (66). E' veramente interessante che un paese senza mare abbia così tanto successo negli sport acquatici. Tra cui anche nella pallanuoto (con 15 medaglie l'Ungheria è al primo posto nel medagliere olimpico di tutti i tempi).

E, appunto, ho concluso il post precedente dicendo che vi avrei raccontato la storia della nazionale di pallanuoto ungherese che nel 1956 alle olimpiadi di Melbourne giocò contro l'Unione Sovietica appena un mese dopo la fine della rivoluzione ungherese. E' l'incontro più famoso della storia della pallanuoto. Su Wikipedia è raccontata sotto il titolo "Partita del sangue nell'acqua" perché uno degli giocatori è uscito dall'acqua sanguinante. Non era una finale, ma la piscina fu strapiena di spettatori che volevano vedere gli ungheresi vincere almeno in piscina contro i sovietici dopo la sconfitta della rivoluzione a Budapest. L'arbitro dovette fischiare la fine quattro minuti prima dello scadere dell'ultimo quarto a causa dell'alta tensione nel pubblico. Il giocatore sanguinante in questione (Ervin Zádor), la cui foto ha fatto il giro del mondo all'epoca, non tornò più in Ungheria per 43 anni. Si stabilì negli Stati Uniti, insegnando nuoto ai bambini. (Qui un'intervista con lui in inglese dal 2006.) E' morto nell'aprile di quest'anno, all'età di 78 anni.


Sembra la storia di un film. E infatti fu raccontata, in forma romanzata, nel film ungherese Szabadság, szerelem (titolo inglese: Children of glory) del 2006, prodotto da Andrew Vajna, un produttore americano di origine ungherese. Ma ne ha fatto un film documentario anche Quentin Tarantino, intitolato Freedom's Fury.

martedì 14 agosto 2012

Le olimpiadi da un triplice punto di vista

Non ho mai seguito le olimpiadi con tanta intensità come quest'anno. Forse perché quando sono cominciate avevamo già finito le ferie ed eravamo tornati in Svezia. E trattandosi di un'estate non proprio bella dal punto di vista meteorologico (intendete: è quasi sempre nuvoloso/piovoso/ventoso), la sera e nei weekend non avevamo molto meglio da fare che seguire le gare in tv e su internet. Ho guardato pure le cerimonie di apertura e di chiusura.

Poi per me ora è divertente più che mai seguire le competizioni sportive. Sono legata ormai a tre paesi, quindi in queste due settimane non mancava mai un evento in cui potessi(mo) tifare qualcuno. Ho pure la fortuna di essere legata a tre paesi che eccellono nello sport, quindi il tifo porta spesso a soddisfazioni. Anche se agli svedesi questa olimpiade di Londra non è andata per niente bene, in realtà sono al nono posto nel medagliere di tutti i tempi.

La classifica di tutti i tempi (giochi estivi e invernali)

Questa olimpiade è invece andata molto di bene agli ungheresi! Non ce l'aspettavamo, o meglio, non ci speravamo molto, dati gli scarsi risultati ottenuti a Pechino e lo stato disastroso dei finanziamenti dedicati alle discipline diverse dal calcio. E invece lo sport ungherese con queste olimpiadi è riuscito a tornare ai vecchi splendori! Siamo finiti al nono posto della classifica, proprio dietro l'Italia (ma per qualche giorno siamo stati davanti all'Italia di una medaglia d'oro). Ecco il medagliere definitivo:

La classifica di Londra

La Svezia è finita invece al 37esimo posto. Il medagliere olimpico però è basato su un calcolo crudele e spietato. In prima battuta conta soltanto il numero delle medaglie d'oro, e le altre medaglie vengono considerate soltanto a parità di ori. Così può capitare che un paese come il Giappone che ha vinto 38 medaglie sia soltanto all'undicesimo posto, mentre la Corea (del Sud) con "sole" 28 medaglie è al quinto. E' più corretta la classifica basata su un punteggio ottenuto in base al numero delle diverse medaglie e in cui contano anche i quarti, quinti e sesti posti, ma purtroppo da due olimpiadi ormai che non si usa più ufficialmente. (In questa classifica a Londra l'Italia sarebbe arrivata al nono, l'Ungheria al 13esimo e la Svezia al 27esimo posto.) 

Molti dicono però che quel che conta veramente è il numero di medaglie in proporzione alla popolazione. Il ragionamento è logico: un miliardo e mezzo di cinesi possono fornire più atleti eccellenti che due milioni di estoni... In realtà contano anche molte altre cose, primo fra tutti il denaro (stipendi, attrezzature, strutture, borse di studio, ecc.) dedicato allo sport. Infatti, la rivista inglese The Guardian ha elaborato delle classifiche alternative, basate su questi fattori (PIL, popolazione, numero degli atleti). Link qui.

Medaglie pro capite ai giochi di Londra

In questa classifica di medaglie pro capite l'Italia non è più tra i primi dieci, ma si trova al 45esimo posto (e la Svezia al 27esimo). Considerando le medaglie di tutti i tempi la Svezia è invece al secondo e l'Ungheria al terzo posto! Anche qui conta però a quante olimpiadi ha partecipato un paese, perché la classifica è calcolata sul numero assoluto di medaglie, e i paesi più poveri o nuovi sono svantaggiati. Un altro sito dove trovate le diverse classifiche che prendono in considerazione vari fattori è Medals per capita.

Queste olimpiadi mi sono servite anche per un "check-up" del mio cuore. Ovvero per capire dove "mi tira" il cuore, come si direbbe in ungherese. Ho avuto l'occasione di vedere incontri tra Ungheria e Italia (una finale di scherma maschile, vinta dall'ungherese, e un quarto di finale di pallanuoto maschile, vinto dall'Italia) e tra Ungheria e Svezia (semifinale di pallamano maschile), e gareggiare atleti di tutti e tre paesi nella stessa disciplina. Ho sempre tifato l'Ungheria con tutto il mio cuore, senza dubbi o rimorsi di alcun tipo, pure contro l'Italia. Ma non è solo una questione di cuore. Appartenere a un popolo piccolo fa sentire il tuo tifo più importante e più speciale che tifare insieme a 57 milioni di italiani... (Gli ungheresi sono 10 milioni.) Ma certamente non è mancata l'occasione per tifare per atleti italiani o svedesi.

Dei risultati ottenuti dagli atleti ungheresi a Londra e del rapporto del mio paese con le olimpiadi vi racconterò in un altro post. C'è troppo da dire. Conoscete per esempio la storia della nazionale di pallanuoto ungherese che nel 1956 alle olimpiadi di Melbourne giocò contro l'Unione Sovietica appena un mese dopo la fine della rivoluzione ungherese? Ve la racconto nel prossimo post.

Buon Ferragosto a tutti gli amici italiani che si trovano in Italia! Qui sarà un giorno come un altro che passeremo lavorando.

domenica 5 agosto 2012

Prime impressioni su Göteborg

Noto con curiosità che tra i blogger italo-svedesi non c'è nessuno che viva a Göteborg o dintorni. Anche se in realtà gli italiani non mancano neanche sulla costa occidentale, ma si vede che nessuno di loro ha deciso di scrivere un blog. Così spero di riuscire a contribuire alla blogosfera italo-svedese con qualche informazione inedita.

Di Göteborg dicono che è una città piccola dalle sembianze di una metropoli. Non sono d'accordo. Prima di tutto non è affatto piccola. Con i suoi mezzo milione di abitanti è la seconda città della Svezia. Poi, non sembra affatto una metropoli. Sembra una città da 500 mila abitanti (la dimensione di Firenze e Bologna). Non ha la metropolitana, ha però una decina di linee di tram che costituiscono una rete fitta di binari in centro città. Il trasporto pubblico è organizzato e funziona benissimo, anche se costa non poco. Come in tutta la Svezia, del resto.

Qualche pensiero e curiosità in ordine sparso:

- Trovo ganzissimo che i biglietti del trasporto pubblico siano validi non solo per i bus e i tram ma anche per i battelli! (Più info qui.) I battelli servono a collegare le isole dell'arcipelago con la città e le due sponde del fiume Göta älv in città. Essendo questo fiume molto largo alla foce, ci sono soltanto due ponti a collegare le parti nord e sud di Göteborg.

- Tira sempre il vento.

- Molti palazzi in centro hanno dei bellissimi balconi in ferro battuto. (Urge un fotoreportage...)

- A Göteborg non c'è niente che ti faccia capire che la Svezia è una monarchia, se non il simbolo della corona su qualche ufficio pubblico. Questo mi piace. Mancano i sintomi turistico-sensazionalistici di una monarchia moderna che invece pervadono Stoccolma. Credo che ci sia molta rivalità tra le due città.

- Mi pare di aver capito che l'accento dei göteborghesi è considerato il più bello della Svezia. Ho letto per esempio un'intervista con un commentatore di calcio (non ricordo il nome) che fu presentato come la star svedese degli ultimi europei, e lui (un po' scherzando, immagino) diceva che forse la sua popolarità era dovuta anche al suo accento göteborghese che piace alla gente. Se fossi già al punto di riuscire a distinguere i diversi accenti, sarei molto avanti con lo svedese... Speriamo di arrivarci.

- E' estremamente difficile trovare casa a Göteborg se vuoi un appartamento in affitto. Ci sono file interminabili di attesa per ogni casa, come a Stoccolma. L'argomento merita un post a parte. Speriamo che Gabriele non debba dormire sotto un ponte da settembre. (Abbiamo trovato un monolocale per l'estate, di uno studente che giustamente torna per l'inizio dell'anno accademico...)

- La parte di Göteborg che mi piace di più è la zona di Linnégatan. Potete farci un tour virtuale:


Visualizzazione ingrandita della mappa

Presto scriverò anche una pagina su "Com'è Göteborg", in maniera simile a quella su Örebro che trovate qui sopra, sotto il titolo del blog.