sabato 29 gennaio 2011

L'immagine dell'Italia all'estero

Vedo sempre più spesso gli amici italiani preoccupati per l'immagine dell'Italia all'estero, sempre più post su Facebook che riportano articoli della stampa estera che scrivono degli scandali politici italiani o raccontano della fuga dei giovani dall'Italia. Mi dispiace ogni volta che gli italiani vengono presi in giro per questioni politiche o per la mafia, ma non credo che la gente non sia capace di fare distinzione tra politica e il resto della cultura. E non credo proprio che l'immagine dell'Italia all'estero sia negativa.

Perché mi è venuto in mente questo discorso? Oggi mentre facevo un giro in centro, nella vetrina di un negozio ho finalmente visto un vestitino carino che mi è piaciuto subito. (Lo dico tra parentesi che in una cittadina svedese la scelta dei vestiti non è neanche lontanamente paragonabile a una cittadina italiana, non tanto per la quantità che per la qualità e la varietà.) Visto che il vestito in questione era pure in saldo ancora, sono entrata nel negozio a provarlo. Guardando l'etichetta cosa vedo? MADE IN ITALY. Ecco. E a parte questo, posso dire che non c'è una, ma una singola via in una qualsiasi cittadina di questo paese dove tu non possa trovare una parola italiana scritta da qualche parte. Che sia un parrucchiere, un negozio di scarpe o una caffetteria, l'uso di termini italiani è estremamente diffuso. E non si tratta sempre di immigrati italiani. A riprova di questo i numerosi errori, tipo 'capuccino', 'ruccola', ecc. Concludendo: sembra che l'italiano faccia proprio fico!

L'Italia non è il paese perfetto, l'economia e la politica vanno male, malissimo, d'accordo, ma ci sono tante altre cose che la gente vi invidia. Avete un gusto estetico e un palato davvero unico al mondo! Vi pare poco? Oggi sono passata davanti a un ristorante gestito da un italiano e ho visto affisso le locandine di corsi di degustazione di olio d'oliva e di vino e altri corsi che riguardavano la cultura italiana, organizzati dal Medborgarskolan (ovvero la "scuola dei cittadini"). Ho sentito dire che la lingua italiana è tra le più studiate in Svezia, e lo stesso si può dire dell'Ungheria. (Io ho iniziato a studiare italiano alle superiori come seconda lingua straniera...). Sembra che qui più gente studi italiano che francese.

Credo che gli italiani possano essere orgogliosi del proprio paese. La stessa cosa penso del mio paese, ma avendo vissuto tanti anni all'estero, ho dovuto imparare e accettare che vengo da un piccolo paese sconosciuto che la maggior parte della gente non sa neanche dove mettere sulla cartina. Prima non me ne ero resa conto. La mia lingua non la studia nessuno - ma proprio nessuno - all'estero, e non sapete quante volte ho sentito il lapsus "da te in Bulgaria" o "da te in Romania", e ho dovuto imparare a non dargli troppo peso. Per molta gente non fa differenza, e sono assolutamente in buona fede, ma confondere un ungherese con un rumeno, se uno conosce un minimo la storia della parte orientale dell'Europa, è assai ridicolo (lingua diversa, religione diversa e un attrito storico tra i due popoli, è come confondere i baschi con gli spagnoli o i turchi con i greci). Ma io non posso ogni volta fare una piccola lezione di storia, e ci passo sopra...

Adesso le cose stanno un po' cambiando. Negli ultimi dieci anni Budapest sta diventando sempre più turistica, quindi sempre più gente conosce anche il mio paese. E devo dire che per esempio il cibo ungherese qui ha un discreto successo. Proprio ieri da Willy's ho visto un banco intero di insaccati ungheresi (ungheresi nel senso che proprio importati dall'Ungheria), e il pane di tipo ungherese non manca mai in nessun supermercato svedese. Rimane comunque un po' di invidia per la popolarità della cultura italiana. Perché certamente non troverete mai nessuno in Europa che non sappia dove collocare l'Italia o che non conosca il nome di Michelangelo o di Leonardo, oltre che quello di Berlusconi...
(E non mi dite che l'Italia vive solo del suo passato, perché non è affatto vero. E' ancora piena di artisti  e di altre persone di grande valore, anche se forse non diventano più famosi all'estero come a un tempo.)

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Il quadro degli Uffizi in appendice

Questa volta vi faccio vedere un quadro che fu destinato a essere esposto in una sala di Palazzo Vecchio (la sala degli Otto di Pratica, incaricati della politica estera e militare di Firenze), e raffigura una sacra conversazione della Madonna con quattro santi legati alla città di Firenze: San Giovanni Battista (santo patrono della città), San Vittore, San Bernardo e San Zanobi.
Una curiosità del dipinto è la sua datazione precisa: 22 febbraio 1485 che potete leggere sul gradino in basso, e che in realtà significa 22 febbraio 1486, dato che a Firenze (e poi nel Granducato di Toscana) fino al Settecento l'anno ufficialmente iniziava il 25 marzo (il giorno dell'Annunciazione, quindi della concezione di Gesù).

Filippino Lippi, Pala degli Otto (1486)

E i miei particolari: 1. il Bambino che sfoglia un libro:

2. Il velo trasparente nella mano di San Zanobi:


3. Le conchiglie e pesci in rilievo sul basamento del trono:


12 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, seguo il tuo blog regolarmente e lo trovo garbato intelligente e piacevole. Io conosco e visito regolarmente l' Ungheria dal 1986 e addirittura la mia 'fogorvos' e' ungherese. Oggi, purtroppo, non ci sono piu' i viaggiatori ma i movimenti di massa e la gente cerca il divertimento piu' che capire la cultura di un Paese e poi, per noi italiani, e' difficile imparare lingue straniere e la lingua ungherese ... e' un altro mondo!
Saluti e jó napot kívánok

Kata ha detto...

@Anonimo: grazie per i complimenti. A dire il vero il fatto che l'ungherese sia una lingua incomprensibile per i non ungheresi, può avere i suoi vantaggi... :)

Gattosolitario ha detto...

Il problema Kata é che se ti fermi a guardare i ristoranti allora l'immagine dell'Italia é buona. Cosi come quando si tratta di andarci in vacanza, o di pensare ad un paese "divertente". Ma prova a trovare lavoro con lo "stemma" italiano addosso, non basta essere come gli altri, ma devi essere 10 volte meglio per farla franca. Ed é onestamente una fatica che mi sarei risparmiato volentieri...

Purtroppo quando si parla di cose serie, allora essere italiano non é tanto bello, anche se ovviamente chi fa questi discorsi non é molto intelligente. Ma quanti lo sono?

Federico ha detto...

Io credo che all'estero si tenda ad idealizzare l'Italia per le sue indubbie cose positive, e a non capirla realmente per le sue cose negative (non per limite degli "stranieri", sia chiaro, ma per una questione quasi "fisiologica" - mi si passi il termine).

Per quanto mi riguarda, il problema non è l'Italia ma gli italiani... :-)

Giulia ha detto...

Kata, hai scritto molte cose che mi erano venute in mente quando Repubblica ha lanciato l'iniziativa per raccontare l'Italia vista dall'estero. E che le scriva un'italiana di adozione mi pare garanzia di obiettività. A me come a gran parte degli italiani all'estero (e ad una parte consistente di quelli in patria) monta la rabbia per la situazione attuale, ma posso dire che anche molti stranieri si dispiacciono che quello scrigno di storia e cultura che è l'Italia si ritrovi insozzata da personaggi da operetta.
Posso confermare che qui lo studio dell'italiano è popolare e ci sono molti svedesi che apprezzano e desiderano conoscere la cultura italiana. Come anche, quando si vuole sottolineare l'eleganza e la qualità di un prodotto, lo si chiama con un nome italiano, soprattutto nell'arredamento. Che un prodotto sia "made in Italy" è un pregio che non si manca di pubblicizzare. Non siamo solo un Paese di vacanze, gli stranieri più o meno inconsciamente ci attribuiscono un primato riguardo alla creatività e all'estetica. Ma quando si arriva all'organizzazione sociale e all'economia, giustamente criticano e non capiscono come mai non pretendiamo una certa correttezza da parte di chi ci rappresenta. È difficile far capire a chi non ha vissuto in Italia che al solo dire "un primo ministro indagato per reati gravi dovrebbe dimettersi e farsi processare", si viene additati come "comunisti" e sostenitori delle "toghe rosse". Gli stranieri non si spiegano la situazione italiana e sinceramente, faccio fatica a spiegarmela anch'io.

Morgaine le Fée ha detto...

Vivendo nel Norrland, ho notato che sulle vicende politiche italiane c'é un diffuso disinteresse. probabilmente sono troppo lontani. Non ho neppure avuto i problemi di cui parla Gattosolitario, che io invece ho vissuto pienamente e pesantemente quando vivevo in Germania.
Pensavo invece anche allo spelling di ruccola o altre meraviglie gastronomiche, e il Vikingo mi ha spiegato che, se venisse scritta correttamente (rucola), verrebbe pronunciata 'rusola', per cui cercano di modificare la versione scritta per avere una pronuncia il piú possibile simile all'originale (questo é quello che dice lui, io rimango perplessa).

Kata ha detto...

@Gattosolitario: vedi io questo problema non lo devo affrontare (anche se spesso mi piacerebbe definirmi italiana, o italiana in parte, ma geneticamente non lo sono neanche un po'). Sono invece una ragazza proveniente dall'Europa dell'Est, che non è uno "stemma" molto più positivo...

@Federico: Sembra che l'immagine degli italiani sia una cosa distinta dall'immagine dell'Italia. :)

@Giulia: sì, forse riesco a essere un po' più obiettiva su questo punto perché a me a volte dicono delle opinioni che agli italiani non direbbero in faccia. (Quindi sento pure la parte negativa, senza eufemismi di cortesia.) E sono d'accordo con te che l'Italia non è assolutamente solo un paese di vacanze.

@Morgaine: la parola "rucola" l'ho vista scritta con due c pure in Ungheria, quindi anche a me non pare convincente la spiegazione del Vikingo. In ungherese sia con una o con due c si pronuncerebbe in modo sbagliato (leggendola seguende le regole di pronuncia dell'ungherese): sarebbe "ruzola" o "ruzzola". Ma lo sanno tutti (almeno spero...) che si legge "rukola".

Anonimo ha detto...

L'anti-italianità viene da lontano, perché la crisi dello Stato nazione non è stata certo accompagnata da un affievolimento degli stereotipi etnici con cui da secoli ci guardiamo in cagnesco gli uni con gli altri. Esistono carte politiche europee, ma anche mappe mentali, psicologiche e antropologiche i cui confini sono invisibili, ma solidissimi, tracciati da luoghi comuni e antiche rivalità mai sopite.

La situazione in Italia e' sicuramente criticabile e per certi versi condannabile ma a mio avviso sono altrettanto condannabili tutti quegli italiani che "schifano" il proprio paese e non provano a cambiarlo in meglio. Migliorare l'Italia sara' un lavoro lunghissimo ma spetta al singolo italiano farlo e non all'unico uomo al Governo. Il cambiamento culturale e di mentalita' spetta a noi.

Per quanto riguarda il nostro Premier, molte volte mi sono sentito in imbarazzo per atteggiamenti e modi di fare eccessivi; tante volte sarebbe stato meglio rimanere in silenzio e lavorare di più. Tuttavia, nolenti o dolenti, all'estero siamo TUTTI rappresentati dal nostro Presidente del Consiglio. Di conseguenza, non sarebbe meglio avere gli occhi aperti ed un senso critico (e CIVICO) costruttivo?

Kata ha detto...

@Anonimo: concordo. Ti prego però di firmare il commento la prossima volta, soprattutto se ci conosciamo (e magari te ne eri solo scordato...)

Giulia ha detto...

@ Anonimo. Sono d'accordo con te che il cambiamento spetta a tutti e non solo a chi sta al potere. Però, visto che qualcuno al potere bisogna mettercelo, sarebbe il caso di sceglierlo con criterio.
"Schifare" l'intero Paese è una cosa (stupida, come se non ci fossero in Italia brave persone o lati positivi). Criticare il premier è un'altra. A me non va di dire "be' dopotutto mi rappresenta all'estero quindi mi tocca accettare quello che fa". Uno che si comporta come lui, da qualunque parte politica provenga, non deve fare il premier e nemmeno stare in Parlamento. E guarda che non mi riferisco agli scandali sessuali, che per quanto sordidi sono la punta dell'iceberg. Non è dimostrare senso civico, accettare di farsi rappresentare da uno che disprezza apertamente lo Stato e lo usa per i propri comodi. Il senso civico è criticarlo. Come del resto si fa in tutti i Paesi civili.

VladushK ha detto...

ciao Kata, la prossima volta che qualcuno ti dice "da te in Romania", non gli devi fare una lezione di storia per dimostrargli quant'è ignorante; digli che è un'altro paese perchè cambia l'ora!

Alla fine certa gente vuole solo risposte di facile comprensione.

Kata ha detto...

@VladushK: generalmente si tratta solo di un lapsus e la gente si corregge subito, ma comunque mi fa capire che questi paesi vengono confusi. Grazie del suggerimento in ogni caso :)