sabato 17 dicembre 2011

Un salto in Italia - Impressioni

Sono stata a Trento due giorni per un seminario.

Pensavo di tornare nel paese della luce, invece mi sono scordata che venivo nella Pianura Padana. Mi aspettava la nebbia. Anzi, il tassista mi ha corretto, la foschia. Non nebbia, perché problemi di visibilità non ce ne erano, solo quella cappa fitta nel cielo invece di sole e di azzurro. Questo almeno a Verona dove sono atterrata. A Trento la situazione era già meglio.

Da due mesi che non lasciavo la Svezia. Che gioia sentir parlare italiano intorno a me, poter fare due chiacchere con chiunque, capire subito tutto, riuscire ad esprimermi liberamente e spontaneamente in più di cinque sillabe...

Mi ha aspettato un paese colpito dagli omicidi razzisti di Firenze, commessi proprio sotto casa mia. Cioè sotto l'ultima casa che abbiamo avuto a Firenze. Prima di trasferirmi in Svezia abitavo in piazza Dalmazia. Adoravamo vivere in quella zona, non mancava niente. Una piazza ben servita, piena di negozi, un cinema, un locale rinomato, un lampredottaio, una buona pizzeria, un piccolo mercato tutte le mattine. In quel mercatino ci sono passata mille volte...

Mi ha aspettato anche uno sciopero generale venerdì. Proprio il giorno in cui dovevo tornare all'aeroporto di Verona. Fino alle 17 non passava nessun treno. Meno male un collega veronese mi ha gentilmente accompagnata in macchina.

Giovedì, prima dell'inizio del seminario, ho avuto un'ora libera. Ne ho approfittato per andare a vedere il mercatino di Natale. Quante cosette deliziose. Per pranzo ho preso un succo di mela caldo e un panino con porchetta. Né il pane né la porchetta non c'entravano niente con quelli del Centro Italia. Ho visto un ragazzo (italianissimo) mettere mezzo chilo di maionese sulla porchetta.

Al ritorno, all'aeroporto di Monaco (di Baviera) gli svedesi erano facilmente riconoscibili. Erano quelli con una busta trasparente in mano con un paio di bottiglie di alcolici dentro.

Ora eccomi di nuovo nel paese del buio. Non che in Italia ci sia stata tutta questa luminosità però, diciamocelo... Giovedì prossimo si riparte per le feste.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Da due mesi che non lasciavo la Svezia. Che gioia sentir parlare italiano intorno a me, poter fare due chiacchere con chiunque, capire subito tutto, riuscire ad esprimermi liberamente e spontaneamente in più di cinque sillabe...

Kata,ti quoto in pieno, anche io sono a Bari per ora. E questa è davvero l'unica unica cosa che mi pesa dell'Inghilterra :) Però dai, almeno con le lingue almeno ci si può lavorare! :)

Nadia

Giulia ha detto...

"Mi ha aspettato un paese colpito dagli omicidi razzisti di Firenze, commessi proprio sotto casa mia. Cioè sotto l'ultima casa che abbiamo avuto a Firenze. Prima di trasferirmi in Svezia abitavo in piazza Dalmazia. Adoravamo vivere in quella zona, non mancava niente. Una piazza ben servita, piena di negozi, un cinema, un locale rinomato, un lampredottaio, una buona pizzeria, un piccolo mercato tutte le mattine. In quel mercatino ci sono passata mille volte..."

ecco, è così che mi sento anch'io quando penso al posto dove abitavamo prima
Un posto molto più "vivo" che qui in un certo senso ma anche pieno di conflitti e di problemi.
Che poi ci sono anche qua, i conflitti e i problemi, solo che sono meno visibili. L'orrore di Firenze sarebbe potuti accadere, o è già accaduto, ovunque in Europa.

destinazioneestero ha detto...

Anch'io non vedo l'ora di tornare in Italia per sentirmi a mio agio con la lingua!

Kata ha detto...

Mi sento comunque fortunata che ci sono due paesi in cui mi sento a mio agio con la lingua. (Che devono dire le persone di madrelingua inglese poi... ;))

@Giulia: sì, come lo dimostra anche la strage di Norvegia, queste cose ormai possono succedere ovunque purtroppo. E in Italia Firenze era tra i posti più improbabili del resto... :(